Richiesta trasferimento per cure mediche dipendente pubblico invalido
Buongiorno, sono un dipendente pubblico presso la città metropolitana di xxxxxxxxx da poco più di 1 anno.
Mi è stata riconosciuta un'invalidità ex legge 102 del 2009 nonchè la legge 104 del 1992 art. 3 comma 1 a seguito di una malattia neurodegenerativa, con una percentuale che potrebbe variare nel tempo tra il 67% ed il 75%.
In virtù di quanto sopra specificato, vorrei sapere se è possibile chiedere un trasferimento permanente con sede a mia scelta presso altre regioni d'Italia?
RISPOSTA
Dal contenuto della tua email, deduco che tu non sia in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Se fossi in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (comma 3), avresti diritto di scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio. Questa norma, a causa di quell'inciso "ove possibile", si configura come un interesse legittimo, ma non come un diritto soggettivo insindacabile; di fatto, quindi, l'ente locale può produrre rifiuto motivandolo con ragioni di organizzazione del lavoro. In ogni caso è necessario essere in possesso del certificato di handicap con connotazione di gravità (articolo 3, comma 3 della Legge 104/1992).
Ad ogni modo, nemmeno se tu fossi in possesso del certificato con connotazione di gravità, di cui al comma 3, potresti esercitare il diritto di ottenere un trasferimento permanente con sede a tua scelta presso altre regioni d'Italia.
Potresti ottenere semmai, ove possibile, la sede di lavoro più vicina al proprio domicilio.
Escludo che tu possa esercitare questo diritto al trasferimento che peraltro, non spetta nemmeno al dipendente in possesso di certificato ai sensi del comma 3.
Nel caso contrario, a che tipo di trasferimento e/o mobilità, potrei accedere in maniera permanente e/o a che eventuali vantaggi potrei far riferimento in tal senso?
Grazie in anticipo
Saluti
RISPOSTA
Nel momento in cui dovessi partecipare ad una procedura di mobilità, bandita da una pubblica amministrazione, ai sensi dell'articolo 30 del testo unico pubblico impiego (decreto legislativo n. 165/2001), avresti precedenza rispetto agli altri candidati, laddove il trasferimento dipendesse dalle tue ragioni di salute, oppure ti consentisse di avvicinarti al tuo domicilio.
Facciamo un esempio: lavori ed hai la residenza a Bologna, tuttavia a Torino c'è un centro medico all'avanguardia per la cura della tua patologia.
Il comune di Torino pubblica in bando per una mobilità in entrata; è ovvio che avresti una precedenza rispetto agli altri candidati …
… e se il comune di Torino non pubblicasse un bando per una mobilità in entrata?
Con l'assenso del tuo attuale datore di lavoro, potresti chiedere un trasferimento temporaneo (comando – distacco per un massimo di 3 anni) presso il comune di Torino (o la provincia di Torino ad esempio).
Altro esempio: lavori ed hai la residenza a Bologna, tuttavia a Milano risiede un nipote che può provvedere alla tua assistenza.
Come sopra … avresti precedenza in caso di mobilità presso una pubblica amministrazione con sede in Milano.
Escludo nel modo più assoluto che tu possa scegliere con precedenza, una qualsiasi sede in un'altra regione d'Italia.
Recentemente è stato eliminato l’obbligo di assenso dell’amministrazione di appartenenza per il trasferimento di personale tramite mobilità volontaria: resta obbligatorio l’assenso dell’amministrazione cedente in tre casi:
– posizioni motivatamente infungibili;
– personale assunto da meno di tre anni;
– quando il soggetto che richiede la mobilità abbia una “qualifica” per la quale nell’ente di appartenenza via sia “una carenza di organico superiore al 20 per cento”.
lavoratori degli enti locali con un numero di dipendenti a tempo indeterminato fino a 100 unità
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.