Diritto al lavoro agile (smart working) domiciliare 5 giorni la settimana per il pubblico dipendente
Salve, sono un pubblico dipendente, per la precisione Funzionario di un'Azienda sanitaria locale. Convivo con un fratello diversamente abile, con invalidità 100% di cui sono tutore legale e ovviamente caregiver. Io stesso soffro di alcune patologie, diabete, ipertensione, obesità, nefropatia. Posto che manca un anno al raggiungimento dei requisiti per la pensione, stante la descritta situazione, intendo chiedere l'autorizzazione all'effettuazione dello smart working a tempo pieno, senza giorni di presenza. Premesso quanto sopra, chiedo se la Normativa attuale riconosce siffatta possibilità, in modo da poterla eventualmente invocare in sede di richiesta. Grazie, cordialità.
RISPOSTA
Certamente sì, è previsto nella Direttiva sul lavoro agile del Ministro della Funzione Pubblica Zangrillo del 29 dicembre 2023 (allegato).
Nella sua direttiva del 2023 il Ministro ritiene necessario “evidenziare la necessità di garantire, ai lavoratori che documentino gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza. Nell’ambito dell’organizzazione di ciascuna amministrazione sarà, pertanto, il dirigente responsabile a individuare le misure organizzative che si rendono necessarie, attraverso specifiche previsioni nell’ambito degli accordi individuali, che vadano nel senso sopra indicato”.
Anche il recente contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto sanità 2022 – 2024, siglato nel 2025, è indirizzato verso l'apertura integrale al lavoro integrale a distanza, vale a dire 5 giorni settimanali.
Sebbene non configuri un vero diritto soggettivo, si tratta di una tutela dovuta ad una particolare categoria di dipendenti, o a dipendenti che si trovano in particolari condizioni di salute.
Si tratta di una possibilità finalizzata a conciliare le esigenze di benessere e flessibilità dei lavoratori con gli obiettivi di miglioramento del servizio pubblico, in armonia con specifiche necessità tecniche delle attività svolte.
Il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro rimanda alla contrattazione integrativa decentrata il compito di individuare quelle casistiche riconducibili a condizioni di particolari necessità, non coperte da altre misure, che consentano di estendere il numero di giorni di attività resa in modalità agile, rispetto a quelle previste per il restante personale.
La domanda alla quale rispondere è pertanto la seguente: “estendere il numero di giorni di attività resa in modalità agile rispetto a quelle previste per il restante personale” potrebbe anche significare nel contempo e per gli stessi lavoratori, superare il principio della prevalenza enunciato nel decreto ministeriale n. 132/2022 come il dovere da parte del datore di lavoro di “garantire un’adeguata rotazione del personale che può prestare lavoro in modalità agile, assicurando la prevalenza, per ciascun lavoratore, dell’esecuzione della prestazione lavorativa in presenza ?”.
Sicuramente sì, alla luce degli indirizzi contenuti della direttiva 2023 del Ministro Zangrillo, ma esclusivamente in favore dei “lavoratori che documentino gravi, urgenti e non altrimenti conciliabili situazioni di salute, personali e familiari, di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza”.
Il nuovo contratto collettivo ha previsto anche il diritto al buono pasto per il personale che svolge lavoro agile, eliminando finalmente questa disparità di trattamento.
Stesso discorso si applica al lavoro da remoto (ad esempio il telelavoro domiciliare che comporta la prestazione dell'attività lavorativa dal domicilio del dipendente, nel rispetto del medesimo orario di lavoro) che si differenzia dal lavoro agile in quanto comporta orari e luoghi di lavoro definiti (ad esempio il domicilio del dipendente). Nel lavoro da remoto con vincolo di tempo (c'è meno autonomia per il dipendente rispetto al lavoro agile,) il lavoratore è soggetto ai medesimi obblighi derivanti dallo svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede dell’ufficio, con particolare riferimento al rispetto delle disposizioni in materia di orario di lavoro giornaliero, mensile e settimanale.
Il telelavoro domiciliare è svolto di norma, in alternanza con il lavoro svolto presso la sede dell’ufficio, tuttavia secondo la recente contrattazione collettiva è possibile estendere in favore di particolari tipologie di lavoratori, il numero di giorni di attività resa in modalità da remoto, rispetto a quelle previste per il restante personale, anche per l'intera settimana lavorativa.
Ti consiglio di chiedere il telelavoro domiciliare per tutti i giorni della tua settimana lavorativa, in ragione delle particolari esigenze sia di caregiver che attinenti alla salute del lavoratore dipendente (consiglio di allegare idonea certificazione medica alla tua richiesta).
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.