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- Scritto da Giuseppe BRUNO, Avvocato
Controlli anagrafe polizia locale per il riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis
Gentile avvocato il mio quesito riguarda l'iscrizione anagrafica dei discendenti di cittadini italiani nell’ambito del procedimento per il riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis.
Lavoro presso l'ufficio anagrafe – stato civile di un piccolo comune della Campania; negli ultimi mesi è stato rappresentato dalle Autorità Consolari un incremento anomalo di richieste di attestazioni di non rinuncia alla cittadinanza italiana, inoltrate da diversi Comuni italiani, spesso di piccole dimensioni, nell’ambito di istanze di riconoscimento della cittadinanza italiana presentate da parte di discendenti di cittadini italiani che dichiarano di risiedere in Italia. Si sono rivolti al mio sportello due cittadini brasiliani giunti in Italia che mi hanno chiesto di attivare il procedimento per il riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis, avendo i nonni materni italiani (nonni deceduti cinque anni fa in Brasilia).
Siccome molto miei colleghi sono finiti sotto indagine da parte delle Procure della Repubblica di tutta Italia, vorrei capire quali sono i presupposti sostanziali per ottenere la cittadinanza italiana jure sanguinis.
La ringrazio in anticipo.
RISPOSTA
Ai fini dell'ottenimento della cittadinanza italiana jure sanguinis, occorre ribadire con forza la necessità di accertare l’effettiva presenza del richiedente presso l’indirizzo di residenza dichiarato all’Ufficio Anagrafe in fase di presentazione dell’istanza di cittadinanza italiana.
La presenza del richiedente presso l'indirizzo di residenza dovrà essere giustificata da un contratto di locazione oppure da un contratto di comodato.
I relativi controlli potranno essere effettuati dalla Polizia Locale / Municipale.
Evidenzio che la dichiarazione di presenza del richiedente la cittadinanza italiana, consente il regolare soggiorno del cittadino straniero sul territorio nazionale per un periodo massimo di tre mesi o comunque per il periodo eventualmente inferiore previsto nel visto d’ingresso, decorso il quale è necessario il permesso di soggiorno.
Pertanto, come richiesto dal Ministero dell’Interno, nelle more dell’espletamento della procedura per il riconoscimento della cittadinanza jure sanguinis, l'Ufficiale di anagrafe – stato civile deve sempre richiedere la presentazione della ricevuta della richiesta del permesso di soggiorno per acquisto della cittadinanza di cui all’articolo 11, comma 1, lett.c), del D.P.R. n. 394/1999, o di altra tipologia di permesso di cui eventualmente ricorrano i requisiti e ad effettuare regolari controlli circa l’effettiva permanenza del richiedente nel territorio nazionale, atteso che su tale presupposto si radica la competenza del Comune all’accertamento del possesso dello status civitatis.
Laddove non lo facesse, il dipendente comunale rischierebbe un processo penale ad esempio per il reato di omissione – rifiuto di atti d'ufficio previsto dall'articolo 328 del codice penale.
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.
Fonti:
- Art. 328 del codice penale
- DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 agosto 1999, n. 394 Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286.