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Scritto da Giuseppe BRUNO, Avvocato

Separazione dei genitori e obbligo di accompagnare il figlio minore a fare attività fisica





Coppia di coniugi in procinto di separarsi che già convivono con i rispettivi compagni.
Hanno un figlio minore di 9 anni a cui piace giocare a calcio, ma c'è il problema di quale genitore dovrebbe accompagnarlo alla scuola calcio.
In questo caso la mamma vorrebbe che il padre lo portasse a calcio, ma lui come già aveva spiegato alla sua “ex” moglie, con gli orari dell'allenamento non riuscirebbe, perché lavora fino alle 18.30 e da casa dista 25 minuti di macchina e l'allenamento sarebbe dalle 17,30 alle 19,00.
Ma lei ribadisce che se lui non può qualche parente deve per forza portarlo tutto questo può essere possibile? Secondo lei i nonni paterni dovrebbero per forza portarlo.
Cordiali saluti

RISPOSTA

Ai sensi dell'articolo 147 del codice civile, i genitori hanno l'obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni, secondo quanto previsto dall’articolo 315 bis del codice civile: “Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni.
Il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti. Il figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici, e anche di età inferiore ove capace di discernimento, ha diritto di essere ascoltato in tutte le questioni e le procedure che lo riguardano
”.

Premesso che non c'è nessun obbligo di portarlo a giocare a calcio, la questione deve essere risolta secondo parametri di buona fede tra genitori.
È evidente che il padre non è in grado di portare il figlio a giocare a calcio; anche a poter prendere un permesso dal lavoro sarebbe comunque impraticabile, considerato che c'è anche una distanza di 25 minuti dall'abitazione.
Un genitore potrebbe anche legittimante suggerire al proprio figlio di andare al nuoto alle 19,00 anziché in palestra anziché al basket perché hanno orari più compatibili.
Ipotizziamo che l'unica possibilità di attività fisica per il figlio sia il calcio alle 17,30 (magari vive in un paese di mille abitanti, dove questa è l'unica possibilità di fare sport).
Cosa fare? Prima di scomodare i nonni paterni, la mamma dovrebbe spiegare quale impegno non le consente di accompagnare il figlio al calcio dalle 17,30 alle 19,00.
Se anche lei è impossibilitata ad accompagnare il figlio, se proprio lo si vuole accontentare, il sacrificio per le due famiglie dovrebbe essere equivalente: una volta i nonni materni ed una volta i nonni paterni!
Una volta la compagna del padre ed una volta il compagno della madre …
Quello che afferma la mamma è fuori da ogni logica di ragionevolezza giuridica, ossia “se lui non può qualche parente deve per forza portarlo” …
Del resto in sede di separazione dei coniugi, il giudice disciplinerà anche questo particolare aspetto della vita ricreativa del minore.
A disposizione per chiarimenti.
Cordiali saluti.

Fonti:

  • Art. 147, 315 del codice civile
 

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